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Introduzione alla tecnologia ISDN - di J.M.
Da qualche anno, in alternativa alle convenzionali linee di Rete Telefonica
Generale, tipicamente in tecnologia analogica, è possibile dotarsi
di un accesso ISDN, cioè di una connettività con trasporto
integrato di speciali "servizi di rete". Vedremo in questo articolo in
cosa consiste questa tecnologia e quali possono essere le sue tipiche applicazioni,
valutandone vantaggi e problematiche.
LA NASCITA DI ISDN
Negli anni '80 lo scenario delle telecomunicazioni era caratterizzato
da una molteplicità di reti dedicate, ognuna concepita per assolvere
ad un determinato servizio. Vi erano dunque reti telefoniche, reti telex,
reti dati a commutazione di pacchetto (ad es. X.25) o di circuito, ognuna
specializzata per rendere fruibile un solo tipo di servizio. I limiti evidenti
di questo insieme di reti risiedeva nella scarsa flessibilità rispetto
alle implementazioni di nuovi servizi e alla interoperabilità tra
utenti di reti diverse. La nascita di ISDN fu un primo tentativo nel superamento
di tali limiti, attraverso la definizione di modalità integrate
di trasferimento voce e dati.
L'acronimo ISDN si sviluppa in ambito CCITT (Comité Consultantif
International Télégrafique et Téléfonique,
oggi ITU-T) a partire dagli anni '70
(precisamente nel 1971 ad opera del IX gruppo del CCITT). In quegli anni
furono chiamate IDN (Integrated Digital Network) le reti telefoniche con
trasmissione e commutazione digitale integrata mantenendo il doppino di
utente analogico, mentre ISDN furono chiamate le reti numeriche capaci
di offrire prestazioni quali voce, dati e immagini in forma integrata (Integrated
Services Digital Network). Le normative alla base del concetto di ISDN
cominciarono ad essere studiate nei primi anni '80 mentre le raccomandazioni
iniziali del CCITT comparvero qualche anno dopo. Il CCITT stabilì
questi obiettivi principali: sviluppare un sistema che potesse portare
all'utente finale dei canali digitali in ingresso ed in uscita a 64 Kbit/s.
Il numero di questi canali doveva essere variabile, per potersi adattare
sia al doppino in rame (e sfruttare quindi la rete telefonica esistente)
sia alle fibre ottiche. Pianificare uno standard di comunicazione che fornisse
all'utente finale tutta una serie di "servizi" digitali, oltre alla possibilità
di usufruire di questi servizi in parallelo: ad esempio, la possibilità
di mantenere collegati sulla linea un telefono classico, un computer, un
fax e una unità video per videoconferenze e attivare automaticamente
l'apparecchiatura interessata ad un certo tipo di chiamata.
Pietra portante del concetto ISDN è l'introduzione
di uno standard funzionale consistente in una interfaccia di accesso alla
rete "standardizzata" a livello mondiale in modo da consentire la totale
trasportabilità dei terminali di utente. Per definire queste specifiche
tecniche ci furono lunghi dibattimenti in seno al CCITT e poi in ambito
ETSI
(European TelecomunicationsStandards Institute), I primi
standard furono pubblicati dal CCITT nel 1984, anno in cui fu pubblicato
il "Red Book", con l'intento di fornire indicazioni su un'unica infrastruttura
che si basasse su una modalità di comunicazione integrata in grado
di fornire servizi digitali end-to-end. Il primo servizio più
o meno rispondente al "Red Book" del CCITT apparve alla fine del 1986 a
Oak Brook, Illinois, USA. I dibattimenti restituirono standard "maturi"
per l'implementazione di sistemi ISDN a partire dal 1989. Infatti i primi
esperimenti ISDN effettuati alla fine degli anni '80 in Germania, Francia
e Inghilterra utilizzarono soluzioni pre-standard e quindi incompatibili
con lo standard ISDN-mondiale varato dell'ETSI durante il 1989. In Italia
venne costituito nell'ottobre del 1992 il "Consorzio Promotore ISDN", allo
scopo di diffondere la cultura dei nuovi servizi, per stimolare la nascita
di applicazioni innovative, attivare forme concrete per rendere familiari
alla clientela le potenzialità offerte dalle strutture della rete
ISDN. Tra i fondatori del Consorzio vi erano il gestore del servizio (la
TELECOM
Italia) e molte aziende private costruttrici di prodotti per telecomunicazioni,
informatica e software applicativo.
La rete ISDN divenne una rete universale e standardizzata
per comunicare attraverso voce, immagini, testi e, in generale, bit; progettata
per sostituire la rete telefonica generale analogica (acronimi: RTA, RTG;
in inglese PSTN o POTS), la rete pubblica X.25 (ITAPAC), la rete fonia
dati (RFD) e la rete Teletex/Telex. ISDN integra queste reti in un'unica
rete digitale di telecomunicazione, caratterizzata da migliore velocità,
qualità e flessibilità, e a preparare ulteriori stadi di
sviluppo. ISDN costituisce oggi l'unica rete pubblica commutata, standard
e a basso costo fra le reti disponibili in Italia, adesso e ancora per
qualche tempo. In generale, lo stesso vale per tutti gli altri Paesi europei,
come anche per Giappone, USA, Israele, Australia ed altri. ISDN si sta
gradualmente diffondendo nell'intero continente, con tassi di crescita
vicini al 100% annuo; e' particolarmente diffuso nelle piccole e medie
aziende, e viene utilizzato soprattutto per fonia e in campo informatico,
dove sostituisce soluzioni più antiquate per applicazioni tradizionali
(trasmissione dati), ma contribuisce anche alla nascita di nuove applicazioni
(desktop conferencing, telelavoro, etc.). Essenzialmente ISDN e' una rete
digitale commutata che mette a disposizione un flusso di bit, fra due suoi
qualsiasi utenti. Il progetto ISDN tiene conto delle attuali infrastrutture,
prevedendo diversi passi: quello attuale (128 Kbit/s netti) offre una larghezza
di banda da 4 a 50 volte maggiore dei modem tradizionali e si accontenta
di arrivare agli utenti sul comune doppino (infatti, non è necessario
sostituire i cavi, ma è sufficiente che venga installato il network
terminator, ovvero la "presa" ISDN), mentre il prossimo stadio, noto come
"Broadband-ISDN" (B-ISDN, ISDN a larga banda), in fase di definizione,
sfrutta la tecnologia ATM (Asyncronus Transfer Mode), che richiede la fibra
ottica quasi fino all'utenza, anche per questo oggi ISDN, comunemente detta,
è tecnicamente nomenclata come N-ISDN (Narrowband –
ISDN, ISDN a banda stretta).
ISDN e' arrivato nei vari Paesi europei quando la rete telefonica
generale era in gran parte evoluta grazie a centrali e sotto-centrali completamente
digitali. A quel punto, passare a ISDN e' diventata una scelta intelligente,
soprattutto per trasmettere dati, ovvero bit: ci si e' chiesti, infatti,
perche' trasformare informazione digitale in analogica (Modem, Modulation),
poi di nuovo digitale (in centrale telefonica), poi analogica (nella centrale
di destinazione) e infine ancora digitale (moDEM, DEModulation); e' più
logico trasmettere tutto in formato digitale dall'inizio alla fine, facendo
solo delle conversioni fra differenti protocolli. Inoltre, trasmissione
digitale significa + velocità + sicurezza - costi.
DEFINIZIONE
La raccomandazione I.110, 1998 ITU-T (International Telecomunication
Union – Telecomunications) recita: "la ISDN (Integrated
Service Digital Network - Servizi Digitali Integrati nella Rete) è
una rete che, evolvendo in generale da una rete telefonica di tipo numerico
(IDN), fornisce connettività numerica da estremo ad estremo per
supportare un insieme ampio di servizi, includendo servizi di fonia e non,
alla quale si accede da un limitato numero di interfacce standardizzate.
In questa definizione è già possibile cogliere
le principali attitudini della tecnologia ISDN: una rete digitale, evoluta
da una rete telefonica in tecnologia analogica preesistente su base numerica
(leggi "rete a segnalazione DTMF", toni in frequenza) che consente
il trasporto, da e verso i terminali estremi, di connettività digitale
continuata e che, veicolando informazioni digitali e non analogiche, può
integrare particolari servizi fruibili fino ai terminali (telefoni,
apparati video, fax, modem).

L'EVOLUZIONE DELLA TECNOLOGIA TRASMISSIVA
L'introduzione commerciale del servizio ISDN in Italia è
avvenuta in due fasi: dal 1992 al 1993 con un Servizio Pilota e da Aprile
del 1994 con il servizio EUROISDN, conforme agli standard europei ETSI
per un insieme sufficientemente ampio di servizi base e supplementari

Per comprendere l'evoluzione delle reti telefoniche verso
le reti digitali vale la pena percorrere qualche tappa tecnologica significativa.
Prima dell'introduzione della rete a segnalazione numerica (DTMF)
i segnali telefonici viaggiavano unicamente in formato analogico attraverso
tutta la rete di telecomunicazione. Il segnale proveniente dall'apparecchio
telefonico in formato analogico restava tale fino alla riconsegna al terminale
di destinazione. Il problema in questo tipo di rete era quello di consegnare
a destinazione una copia del segnale esattamente identica (analoga)
al segnale in partenza. Si intuisce che una qualsiasi fonte di disturbo
che agisca lungo il collegamento (è sufficiente un un motore a scoppio
nelle immediate vicinanze di un cavo telefonico mal schermato) non garantirebbe
più tale condizione.

Se questo problema era più facilmente risolvibile
per quello che riguarda le giunzioni ai terminali di rete (i telefoni)
era più complicato mantenere la qualità del trasporto nelle
lunghe tratte da centrale a centrale della rete telefonica. Pertanto, successivamente,
si giunse ad un tipo di trasporto misto.

In questa condizione il segnale rimaneva analogico solo nel
tratto terminale della rete, dalla centrale telefonica alla rete di distribuzione
(l'armadio stradale), alla presa e fino al telefono. La trasmissione tra
gli apparati di centrale veniva veicolata in digitale. Questa piccola rivoluzione,
per gli utilizzatori comuni, si tradusse nell'adottare apparati telefonici
che inviassero segnalazione in multifrequenza, in realtà
determinò un cambio radicale nel mondo del trasporto dell'informazione
a partire dalla sostituzione delle centrali a commutazione elettromeccanica
in centrali a schede numeriche. Introdusse tecnologie diverse dalle precedenti
nel campo della multiplazione delle comunicazioni su unico portante,
permettendo l'impiego su larga scala dei portanti in fibra ottica,
fino ad allora impiegati limitatamente nelle reti di trasporto dati, spesso
non integrate con la rete telefonica generale.
Ma la vera rivoluzione giunse quando l'intera rete fu in
grado, con l'introduzione di ISDN, di veicolare integralmente il trasporto
digitale delle informazioni da estremo ad estremo (end to end).

Il fatto che le informazioni vengono ricevute e inviate direttamente
in forma numerica (digitale) anziché analogica consente
di effettuare particolari elaborazioni sul segnale in modo da migliorarne
le prestazioni e "irrobustirlo" al punto da renderlo più efficiente
nei confronti dei disturbi elettromagnetici. Tale irrobustimento risulterà
particolarmente vantaggioso nel caso della trasmissione di dati anziché
voce. Un accesso ISDN utilizza il normale doppino telefonico, quello che
comunemente troviamo in qualsiasi connessione telefonica, per trasmettere
voce, dati ed immagini attraverso un unico punto di accesso. Ma mentre
nel caso del servizio telefonico tradizionale la linea è percorsa
da segnali che riproducono abbastanza fedelmente la voce (analoghi,
da cui segnale analogico), nella ISDN le informazioni sono codificate
in cifre (digit, da cui digitale) binarie (bit). Una conseguenza
immediata di quanto detto è che, se si considera una trasmissione
tra due ISDN, l'informazione digitale si mantiene tale lungo tutto l'arco
trasmissivo fino al terminale remoto (connettività numerica da
estremo a estremo).
INTEGRAZIONE
La rete ISDN, e quindi la numerizzazione del doppino telefonico
di utente, una limitata serie di interfacce di accesso standardizzate,
un unico cablaggio e una presa universale per tutti i tipi di terminali,
offre un potente mezzo di comunicazione che consente all'utente di accedere
a più canali numerici multiservizio sui quali possono transitare
indifferentemente e contemporaneamente voce, testi, dati e immagini con
un servizio di trasporto ad elevato livello di qualità e ad una
adeguata velocità, tutto questo non era possibile con la vecchia
rete telefonica analogica a meno di soluzioni specifiche (RFD,ITAPAC):
ISDN offre invece la scelta fra: connettività numerica, analogica
(come vedremo più avanti) e a pacchetto, oltre a tutta una serie
di servizi supplementari in un'unica rete che è l'evoluzione della
rete telefonica stessa, in una sorta di upgrade tecnologico. L'integrazione
dei servizi realizzata nella rete ISDN e' di due tipi: Fisico, i servizi
condividono la stessa risorsa trasmissiva cioe' il doppino esistente che
diventa numerico. Funzionale, sullo stesso accesso vengono scambiati differenti
tipi di informazioni logicamente correlate.

Parlando di integrazione bisogna però specificare
che questa è avvenuta essenzialmente al livello terminale del servizio,
nelle centrali telefoniche, invece, questa integrazione non è avvenuta.
Per semplificare il concetto potrei affermare che mentre è stato
possibile, verso la terminazione di rete, in casa degli utenti, "riutilizzare"
i cavi telefonici portanti, quelli stradali per intendersi, i cavi telefonici
domestici e anche gli apparati analogici, semplicemente modificando la
presa sterminatrice, non è stato altrettanto possibile fare con
gli apparati di centrale, che devono continuare ad effettuare il "ponte"
con reti preesistenti. Questo perché se è vero che un innegabile
vantaggio per gli utilizzatori sia stato introdotto dalla tecnologia digitale
è pur vero che l'obiettivo principale delle società telefoniche
era in realtà quello di semplificare, unificare, snellire e rendere
più efficiente il trasporto delle informazioni lungo le dorsali
portanti evitando tutti quegli inconvenienti più o meno insormontabili
creati dall'adozione della segnalazione e dal trasporto in modalità
analogica. In pratica ISDN ha risolto prima un problema generale per il
trasporto delle informazioni che ha poi avuto l'immediato effetto di favorire
una serie di "benefici collaterali" anche per gli utilizzatori. Un po'
quello che accade quando si beneficia per ricaduta delle tecnologie sviluppate
in ambito militare.
LE SPECIFICHE ISDN
Lo standard europeo individua in due tipologie diverse l'accesso ISDN.
Nella sua configurazione tipica è denominato
Accesso
Base (BRA, Basic Rate Access o BRI, Basic Rate Interface); esso consente
di attivare contemporaneamente sulla stessa linea due comunicazioni indipendenti
tra loro. ISDN BRA consta infatti di due canali trasmissivi, detti canali
B
(Bearer channel, canale portante), a 64 Kbit/s, che trasportano
l'informazione
utile come due canali indipendenti e assimilabili a due linee telefoniche
convenzionali, e un canale
D (Data channel, canale dati)a
16 Kbit/s detto "canale di servizio", utilizzato per le segnalazioni tra
terminatore di rete e centrale telefonica. Su tale canale è inoltre
possibile condividere con la segnalazione una trasmissione dati di tipo
" a pacchetto", a basso troughput (velocità max 9,6 kbit/s dei 16
K complessivi). Il canale D viene utilizzato per trasportare la
segnalazione
terminatore-rete necessaria per il controllo delle chiamate (instaurare,
abbattere chiamate, trasportare informazioni relative a servizi supplementari)
mentre il generico canale B è utilizzato per il trasporto di informazioni
d'utente scambiate durante una comunicazione (durante una telefonata, la
trasmissione dati o Fax e la navigazione in Internet). Una Accesso Base
viene comunemente indicato con la sigla 2B+D.

L'accesso, realizzato come una normale linea telefonica,
termina presso la sede dell'utilizzatore con una Network Termination
(NT o NT1).
La seconda tipologia è l'Accesso Primario
(PRA, Primary Rate Access o PRI, Primary Rate Interface). Portando un secondo
doppino telefonico verso il terminatore di rete è possibile disporre
fino a 31 canali numerici a 64 kbit/s di cui 30 canali B (15 di base, incrementabili
in gruppi di 5 fino a 30) e uno D, 30B+D. Nel Nord America un accesso
primario è composto di 23 canali B e 1 D. L'interfaccia PRA è
stata concepita soprattutto per il collegamento alla rete pubblica di dispositivi
come i PABX (Private Automatic Branch Exchange, centralini telefonici)
o LAN (Local Area Network di PC). Esso offre un accesso sincrono
che utilizza la multiplazione standard a divisione di tempo TDM (Time
Division Multiplexing, evoluto dallo standard PCM, ovvero Pulse Code
Modulation) in conformità delle raccomandazioni ITU-T G.703
e G.704.

LE INTERFACCE ISDN
La linea ISDN utilizza, per la tratta tra la centrale telefonica
e la sede dell'utilizzatore, lo stesso cavo usato dalla normale linea telefonica.
Per attivare il servizio è quindi necessario che un tecnico dell'operatore
di rete installi un apparecchio: l'
NT1 (terminatore di rete) che
termina la connessione della rete di distribuzione verso la centrale locale
(interfaccia U, l'interfaccia a due fili verso la centrale pubblica)
alla quale è collegato tramite una coppia di conduttori all'interno
di un cavo telefonico e consente l'utilizzo delle trasmissioni in ISDN.
L'NT termina il lato centrale con il bus di utente "S" (Interfaccia
S) la quale, collega i terminali di utente tipo ISDN.
Non è necessaria alcuna sostituzione di cavi. La terminazione
di rete (NT1) da installare presso l'utilizzatore consente la connessione
alla rete ISDN di terminali specifici ISDN, telefoni, fax di gruppo 4 (G.4),
schede PC con funzionalità modem. Essa viene tipicamente collegata
ad un dispositivo detto NT2, un centralino ISDN ne è un esempio
tipico. La NT2 fornisce in uscita l'interfaccia T.
Il dispositivo NT2 può anche non essere presente, è il
caso di apparati "direttamente" collegati alla NT1 in un'unico punto di
riferimento detto Bus S/T. Alla NT può essere anche collegato
un cavo che serve per remotizzare gli attacchi della NT di apparati lontani
alla interfaccia S: il bus S, le quali specifiche vedremo più
avanti, in questo caso il bus T e quello S non corrispondono ad un solo
punto. T o Bus T, è un'interfaccia full-duplex a quattro
fili e ad essa si collegano buona parte degli apparati di utente; il punto
di riferimento T è anche l'ultimo ad essere digitale. Telefoni ISDN,
TE
digitali per PC interni o esterni, Routers ISDN piuttosto che dispositivi
per Videoconferenza sono dispositivi detti TE1 che possono essere collegati
al bus T o S/T. R, rappresenta il mondo analogico come i telefoni
ed i modem tradizionali; si tratta di un'interfaccia a due fili che viene
ottenuta grazie ad un dispositivo detto TA che fa da "ponte" tra
i due ambienti: quello digitale e quello analogico. Questo dipo di interfaccia
è presente unicamente sulle borchie di tipo
NT1+ che oltre
ai due attacchi digitali ne offre altri due di tipo analogico (detti canali
a/b)
su RJ11 al fine di poter collegare apparati di tipo analogico (tipicamente
telefoni e dispositivi BCA comuni).
Sul punto R non sono generalmente disponibili buona parte dei servizi
ISDN.
Sulla parte anteriore di ogni NT1 sono presenti due led:
verde
per l'alimentazione di rete (220 V), rosso per l'alimentazione di
centrale (l'interfaccia U).
Tale apparato può essere di due tipi: l'apparato base
NT1,
che consente all'utilizzatore il funzionamento di prodotti ISDN e l'apparato
Plus (NT1+, o NT1 Plus) che si presenta in modo identico ma che
adotta anche un'interfaccia R analogica. La NT1 base si presenta con 2
RJ45 e consente il collegamento di 2 apparati ISDN (se si accessoria la
borchia con un cavo BUS-S è possibile remotizzare dalla borchia
fino a 8 apparati, sullo stesso accesso). Le prese ISDN (specifiche
ITU I.430), ovvero prese S0, hanno forma rettangolare e connettore modulare
RJ45 (appartenente - come l'RJ11 - alla famiglia comunemente detta in Italia
"plug" - "western" in Germania) ad otto contatti (il bus S0 usa i quattro
centrali: i cavetti ISDN hanno quindi 4 fili). Lo stesso connettore e'
usato normalmente per connettere le schede LAN dei PC alle prese del cablaggio
strutturato.

La NT non è telealimentata pertanto l'apparecchio
deve essere collegato ad una comune presa di corrente. Una precisazione
riguarda la distanza di utilizzo della trasmissione: il terminatore di
rete NT non deve trovarsi ad una distanza superiore a 5 Km, circa, dalla
prima centrale di commutazione. Vale a dire che il portante trasmissivo
deve rimanere nella lunghezza di tale range pena la capacità di
trasportare integri dati numerici. La NT1 non necessita di alcuna
configurazione, mentre NT1+ può essere configurata per convogliare
le trasmissioni discriminando le interfacce analogiche (a/b) o i canali
digitali (B) . Limitatamente alla tipologia NT1 base va detto che tale
terminatore non è telegestibile né da remoto
né da locale. Dato che il terminatore necessita di tensione elettrica
per alimentare la logica interna (trasporto dell'interfaccia U dalla centrale
telefonica), in caso di caduta di corrente (220 V.) il servizio viene garantito
su un solo telefono opportunamente programmato come terminale di emergenza.
La normativa italiana prevede che tutte le apparecchiature che vengano
a collegarsi con la rete pubblica siano omologate dal Ministero
delle Poste e Telecomunicazioni, pena l'ammenda e il sequestro delle
apparecchiature. Per l'omologazione il Ministero si avvale della collaborazione
di laboratori accreditati, tra i quali C.S.E.L.T.
di Torino, per effettuare le prove di conformità alle specifiche
internazionali recepite in Italia.
IL CANALE D
Serve per le comunicazioni "di servizio" fra la terminazione
di rete, l'utente, e la centrale cui e' collegato; ad esempio:
Utente -> Centrale "Voglio telefonare al N. XXXX-YYYYYY"
Centrale -> Utente "Stai telefonando da X minuti e finora hai
speso Y lire"
Il tipo di protocollo usato sul canale D e' molto importante:
ogni dispositivo collegato ad ISDN deve comunicare con la centrale telefonica
(o con un centralino privato) con il protocollo giusto.
In Europa il protocollo standardizzato (a fine '93) si chiama DSS1
(o ETSI-DSS1).
Il termine "Euro-ISDN" si riferisce appunto ad una rete ISDN
che usa DSS1. In Germania questo protocollo era differente e "parlava"
con la centrale (sul canale D) con il protocollo 1TR6, (apparati di questo
tipo non sono piu' in commercio, visto che i modelli attualmente venduti
da Deutsche Telekom sono uno "bilingue" e l'altro solo "euroISDN").
Nonostante la standardizzazione della ISO, esistono vari tipi di protocollo
ISDN che si sono sviluppati in vari paesi: 1TR6 (Germania), DASS2 (Gran
Bretagna), VN2/3 (Francia), DSS1, detto anche Euro-ISDN (Italia ed Europa
in generale). Il protocollo 1TR6 venne gradualmente abbandonato, come quello
belga, quello francese etc. a favore di DSS1. Il fatto di avere reti con
protocolli completamente standard, validi per Paesi che comprendono assieme
centinaia di milioni di abitanti, è vitale per poter avere dispositivi
(ad es. schede per PC e telefoni) con un prezzo accettabile per un mercato
di massa: una infrastruttura di comunicazione digitale proprietaria, "inventata"
da una singola nazione (senza una specifica standardizzazione ITU-T ed
ETSI, e quindi nemmeno l'implementazione in più paesi) non permetterebbe
di limitare i costi. Sulla rete telefonica italiana il canale D viene sfruttato
soprattutto per le comunicazioni dirette alle reti a pacchetto con protocollo
X.25, che consente di originare/ricevere chiamate di tipo pacchetto verso/da
clienti ISDN o clienti di reti dati a pacchetto. Mediante TA specifici
è possibile collegare un terminale DTE (Data Terminal Equipment
) capace di sfruttare la capacita' di trasferire messaggi sul canale D
di segnalazione dell'accesso base condividendolo con la segnalazione necessaria
a gestire l'accesso stesso, il throughput di punta garantito e' pertanto
di soli 9600 bit/s, ma entrambi i canali B rimangono disponibili per altri
collegamenti. I servizi possibili sono numerosi:
-
applicazioni transazionali di tipo intraziendale e di sportello
-
file transfer bancario, assicurativo, amministrativo
-
raccolta ed automazione di teleservizi a basso traffico
-
applicazioni di monetica
Un tipico DTE è il lettore POS (Point Of Sale) per transazioni con
carta di credito e bancomat.
Viene da se che con un unico accesso base ISDN è possibile gestire
fino a 3 comunicazioni simultaneamente.
Il canale D è presente anche sugli accessi primari ma non è
utilizzabile per altro che la segnalazione tra NT e centrale telefonica,
pertanto non è possibile il collegamento e lo sfruttamento di DTE.

IL BUS-S
Il BUS-S è un "cavo di prolunga" a 4 fili, 2 doppini,
mediante il quale è possibile remotizzare l'interfaccia digitale
S presente sulla terminazione di rete NT. La lunghezza della linea per
il bus S è variabile, a seconda del numero, della disposizione e
della distanza dei terminali collegati all'NT tramite il bus S.
Sono previsti diversi tipi di configurazione: Bus S passivo corto:
fino a 8 terminali su linea da NT entro una distanza di 200 metri. Bus
S passivo corto ad Y: fino a 8 terminali suddivisi su due linee partenti
dall'NT entro una distanza di 100 metri per ogni linea. Bus S passivo
esteso: fino a 4 terminali entro gli ultimi 40 metri di una linea partente
dall'NT lunga massimo 450 metri. Al Bus S non è possibile collegare
apparati analogici, ma è possibile il collegamento di una interfaccia
TA esterna alla quale sarà possibile collegare apparati analogici.
Per remotizzare apparati analogici dalle prese RJ11 dell'NT1+ si adoperano
i comuni doppini telefonici in uscita dalla interfacce a/b della borchia
plus.

I SERVIZI DI TLC NEL CONTESTO ISDN
La raccomandazione ITU I.200 classifica i servizi di TLC
in:
Servizi portanti
che implicano il coinvolgimento della sola rete di trasmissione,
e non dei terminali. E' un servizio portante quello offerto dalla rete
per il trasferimento di informazioni (fonia, dati, video) tra terminazioni
di rete. Ciascun servizio di rete è definito da attributi
generali e di dettaglio che ne specificano caratteristiche e comportamento.
In pratica, il servizio portante offre il mezzo di trasporto tra terminali
in modalità reale ed in maniera trasparente (senza introdurre o
modificare nulla) rispetto al contenuto dell'informazione. I servizi portanti
definiti per la rete ISDN sono: connessioni analogiche (sui canali
a/b), connessioni numeriche a 64 K (canali digitali B) e connessioni
a pacchetto (canale D).

Il servizio Speech è richiesto per applicazioni
di fonia, come ad es. l'instradamento internazionale a lunga distanza attraverso
dispositivi posti nei nodi internazionali (IGW). Questi apparati prevedono
che il segnale venga trattato per la cancellazione o la soppressione di
eco, o la compressione del segnale vocale. Il servizio speech non è
pertanto indicato per quelle applicazioni che richiedano trasparenza nel
flusso dati.
L'audio a 3,1 Khz è un servizio richiesto per applicazioni
diverse dalla fonia ma che utilizzano la banda vocale, ad es. trasmissioni
modem in banda fonica. In questi casi la cancellazione d'eco e la compressione
comporterebbero una compromissione del segnale trasmesso e delle informazioni
trasportate.
64 Kbit/s unrestricted digital è utilizzato per applicazioni
che necessitano interamente di connessione numerica da estremo a estremo.
La rete deve necessariamente instradare la comunicazione attraverso autocommutatori
tutti digitali evitando ogni tipo di trattamento del segnale.
Teleservizi
implicano il coinvolgimento delle potenzialità sia di
rete che di terminale, Un teleservizio, come da raccomandazione ITU I.240,
fornisce la completa capacità di comunicazione tra terminali secondo
procedure "normalizzate" a livello internazionale che coinvolgono sia i
protocolli di trasmissione sia il trattamento delle informazioni trasportate.
In pratica, un teleservizio è una comunicazione ove sussiste cooperazione
tra funzionalità di rete e funzioni del terminale. Nel caso di ISDN
la rete non si limita a mettere in comunicazione due terminali, ma li fa
interagire fornendogli la possibilità usufruire di opzioni a valore
aggiunto (come vedremo più avanti durante una normale comunicazione
vocale in ISDN è possibile sfruttare informazioni provenienti dalla
segnalazione di rete ed interagire con esse). I teleservizi forniti per
la ISDN sono: telefonia, telex, telefax G.4, videotext, teletext.
Servizi supplementari
modificano o complementano i servizi di base e vengono
forniti sempre in associazione con un servizio portante ed un teleservizio.
Alcune categorie definite per ISDN sono: identificazione del numero chiamante,
lettura della tariffazione in tempo reale, multiutente (conversazioni multiple
o intermedie), trasferta di canali e trasferimento di informazioni addizionali.
LE APPLICAZIONI DI ISDN
Le applicazioni di ISDN sono molteplici e il loro utilizzo rappresentano
una grande evoluzione nel mondo delle telecomunicazioni, proprio per il
fatto che ISDN è una rete numerica integrata nelle tecniche e nei
servizi. Integrata nelle tecniche perchè supporta sia la
connessione di tipo a "commutazione di circuito" sia la connessione a "commutazione
di pacchetto". Integrata nei servizi perchè elimina la distinzione
tra servizi vocali, trasmissione dati, testi e immagini mediante la loro
integrazione in un'unica rete, trasportandole su un normale doppino telefonico,
utilizzando un'unica presa standard per tutti i terminali e un unico cablaggio
presso l'utente. ISDN è il supporto che permette il trasporto delle
informazioni sopra descritte e i vari produttori si sono ingegnati per
sfruttarne le potenzialità sviluppando hardware e software "ad hoc".
Alcuni servizi della rete ISDN sono i seguenti:
Fonia con servizi aggiuntivi:
Su ISDN è possibile usufruire di alcuni servizi come
la conversazione a tre, che permette di mettere in comunicazione
3 utenti diversi, la
conversazione intermedia, l'ascolto alternato
di 2 telefonate con l'avviso di ricezione della seconda, il trasferimento
di chiamata, la possibilità di deviare chiamate ad un altro
numero, la
disabilitazione a chiave numerica, un codice che disabilita
le chiamate uscenti e dirette a specifici prefissi, l'indicazione di
conteggio in tempo reale, che visualizza lo scorrere degli scatti telefonici
sul display di un telefono ISDN, identità della linea chiamante,
sul display del terminale dell'utente appare il n° di chi chiama. Questi
sono alcuni dei più utilizzati e anche se molti di questi servizi
oggi sono fruibili anche da linee analogiche normali non bisogna dimenticare
che sulla rete ISDN sono nativi da sempre, non necessitano di apparati
supplementari per l'utilizzo e buona parte sono gratuiti.
Servizi per ottimizzare l'utilizzo della linea:
Tra i servizi più interessanti per l'ottimizzazione
di una linea ISDN in accesso base vi è il multinumero (o sottonumero
ISDN): la possibilità di assegnare un numero diverso a ciascun teminale
connesso sul terminatore di rete NT o il bus S. In pratica l'accesso base
viene attivato con un numero unico per entrambe i canali B o a/b, ma con
il multinumero diventa possibile configurare con indirizzo numerico univoco
ogni terminale connesso all'accesso, potendo così discriminare chiamate
entranti dirette ad apparati a diversa tecnologia, modem, fax, videotelefoni.
Un'applicazione molto utilizzata ed apprezzata dagli utilizzatori di ISDN
perché gli consente di avere una linea telefonica molto elastica
ed adattabile a diverse tipologie di servizio. Per esempio è possibile
avere 2 numeri su un accesso per discriminare fax e telefono, oppure, in
una normale abitazione, è possibile far squillare i telefoni discriminandoli
per ambiente, posso così avere un numero principale che risponde
all'abitazione, ma anche assegnare un numero per chi vuole contattare il
figlio in camera o la camera degli ospiti ecc. Il tutto senza disporre
di un centralino telefonico o apparati ausiliari. In numero massimo di
sottonumeri assegnabili ad un accesso base è 7, che con il principale,
danno una disponibilità totale di 8 numeri diversi. In Italia la
TELECOM ha un criterio di assegnazione dei multinumero di questo tipo:
il numero principale (per es. 8399547) è completamente diverso dai
sottonumeri che invece sono tra loro simili avendo la radice in comune,
5547623, 5547624, e così via. Da tener presente che nella trasformazione
di 2 linee analogiche in un unico accesso base è possibile salvare
solo uno dei due numeri, trasformandolo nel principale dell'accesso base,
non è possibile trasformare il secondo numero della seconda analogica
in un sottonumero dell'accesso base. Così come non è possibile
trasformare un sottonumero di un accesso base in una linea analogica a
se stante. Ciò perché ogni accesso base mantiene la disponibilità
numerica di 7 numeri che non possono essere divincolati dal principale
o venduti a parte, anche se inutilizzati. E' una garanzia in più
che ogni accesso avrà sempre in ogni momento la possibilità
di essere ampliato e riconfigurato. Il servizio di multinumero è
configurabile solo su accessi base che non siano in ricerca automatica
(con un capofila e linee sottoposte) o selezione passante (con un numero
breve al quale aggiungere un numero d'interno). Il multinumero non è
configurabile sugli accessi primari.
Un altro servizio interessante, anche se molto poco utilizzato,
è il sottoindirizzamento: questo permette di aggiugere altre cifre
al numero telefonico per individuare un terminale o una specifica applicazione
sullo stesso terminale. In pratica, anche senza avere un sottonumero identificativo
è possibile raggiungere uno specifico apparato. Ciò perché
la rete è in grado di mediare la comunicazione, attraverso le segnalazioni
che transitano sul canale D, tra due apparati che si "cercano", ad es.
due fax G.4. Il servizio è utilizzabile solo tra utenti e TE ISDN
perché solo i terminali ISDN sono in grado di dialogare con il canale
D e inviare apposite discriminanti di comunicazione, questo il motivo principale
della poca utilizzazione in Italia di detto servizio, gli apparati nativi
ISDN come i fax G.4 sono poco diffusi. Una parte importante per lo svolgimento
del servizio di sottoindirizzamento viene svolta dal SIN, il service indicator
number. Il SIN è un'informazione collegata ad ogni comunicazione
ISDN, che dice di che "tipo" di messaggio si tratta. Se voglio trasmettere
da ISDN un FAX a qualcuno che ha ISDN, ma ha collegato alle prese ISDN
solo un telefono, non verrà mai stabilito un collegamento. Allo
stesso modo, non sarà possibile mandare un fax gruppo 4 ad una fax-machine
gruppo 3.
Servizi per la comunicazione interaziendale:
Un apposito servizio, il Gruppo Chiuso d'Utente (CUG) consente
di aprire comunicazioni solo nell'ambito di una rete aziendale, impedendo
l'ingresso o l'uscita verso la rete telefonica generale. E' l'analogo telefonico
di una Rete Privata Virtuale in ambito intranet/internet.
Abbiamo potuto vedere come sia possibile dal comune accesso
base interagire con le reti a pacchetto mediante il canale D. E' però
possibile la comunicazione verso quasi tutte le reti di trasmissione esistenti,
internet in testa.
-
Videocomunicazione (videotelefonia – videoconferenza):
Grazie alla trasmissione digitale la qualità delle immagini
in videoconferenza è più elevata che in analogico. l'algoritmo
utilizzato da ISDN per trasmettere filmati digitali è quello specificato
nella raccomandazione ITU H.261: tale algoritmo è essenzialmente
valido da 40 Kbit/s a 2 Mbit/s. Per la videoconferenza e la videotelefonia,
occorre inserire anche una traccia audio seguendo le specifiche H.221 (sono
possibili molte opzioni, in modo da aggiustare la quantità totale
in termini di bit al secondo per utilizzare al meglio le risorse disponibili):
disponendo di soli 64 Kbit/s è possibile realizzare un collegamento
audio-video di qualità scadente ma sufficiente alla comunicazione
(si pensi che la banda utilizzata è la stessa di una normale conversazione
telefonica), ma già con due canali B impegnati si ottengono buoni
risultati. Normalmente gli apparati per videoconferenza professionale in
commercio consentono l'aggregazione di 3 accessi base (6 canali trasmissivi)
che raggiungono la velocità complessiva di 384 Kbps che garantiscono
ottimi risultati. Un termine di paragone possiamo effettuarlo pensando
ad una trasmissione televisiva, per la quale sarebbero necessari 2 Mbit/s,
mentre la qualità erogata da un videoregistratore domestico necessiterebbe
di appena, si fa per dire, 1,5 Mbit/s.
-
Trasmissione fax ad alta velocità:
La trasmissione di fax su ISDN avviene secondo lo standard
di gruppo 4 (G.4), definito appositamente per questo metodo di trasmissione.
Un facsimile di gruppo 4 riesce a trasmettere o a ricevere una pagina in
un quinto del tempo impiegato da un facsimile di Gruppo 3. Ciò però
non è stato sufficiente a favorire l'esplosione commerciale di tali
apparati, vuoi per gli alti costi dell'hardware vuoi per la scarsa capacità
delle stampanti integrate di riprodurre minuziosamente le informazioni
assunte dalla trasmissione digitale.
-
ISPBX: Centralino telefonico per ISDN:
Avere un centralino telefonico ISDN consente l'erogazione dei
servizi ISDN a tutta la rete telefonica interna ad un'azienda.
-
Backup di linee dedicate (CDN, Circuiti Diretti Numerici):
Essendo una linea digitale ISDN ben si presta a supportare eventuali cadute
di connessione di collegamenti numerici diretti come i CDN.
In realtà ciò che cambia
tra una trasmissione CDN ed una ISDN è solamente il fatto che la
prima e diretta, l'altra è a commutazione di circuito. La qualità
è la medesima e la banda può essere adeguata a secondo l'esigenza
di recovery della linea diretta, per il backup di un circuito a 128 K è
possibile predisporre una linea ISDN a 64 K o, per continuare l'erogazione
senza perdite di velocità, a 128 K.
·Trasmissione dati:
Uno dei plus maggiori offerti dalle connessioni ISDN BRA
è la velocità. Ho descritto i canali di un accesso ISDN come
singoli canali B a 64 K ma dato che la centrale telefonica distingue un
singolo accesso è possibile aggregare i canali raggiungendo la velocità
di 128 K per accesso. Questa particolare caratteristica viene fruttata
dai moderni apparati di trasmissione ISDN per ottenere qualità trasmissive
superiori (ad esempio nella videocomunicazione). Un aspetto non
trascurabile è che all'aumentare della velocità di banda
si dimezzano anche i tempi di trasmissione modem in modalità
punto
a punto (tipicamente una connessione dial-up tra due utenti dati),
nell'effettuare un file transfer ma anche relativamente ad un collegamento
Internet. Una precisazione, a questo punto, diviene doverosa. A chi avesse
pensato di poter sopperire alla mancanza di una linea ISDN con l'adozione
di un modem a 56 Kbps di velocità, supponendo che tutto sommato
le velocità sono simili, devo dare una delusione. La capacità
di un canale trasmissivo è data dalla seguente espressione di Shannon:
C= B log2(1+S/N)
dove con B si indica la larghezza di banda disponibile
e con S/N il rapporto segnale/rumore di tale canale. Dato che un canale
telefonico ha normalmente una banda di 3,5 KHz e un rapporto segnale rumore
di 30/35 dB., è possibile calcolare che l'attuale velocità
massima di 33,6 Kbit/s è vicina al limite teorico di un canale telefonico
standard; la richiesta di velocità ancora più elevate non
può quindi essere soddisfatta utilizzando i modem analogici. Questo
è il motivo per cui un consorzio di costruttori americani, Lucent
in testa, hanno introdotto sul mercato modem il cui software è aggiornato
per uno specifico protocollo: V.90 (precedentemente K56flex). Esso permette
di raggiungere sul canale fonico la velocità di 56 Kbit/s. Sfortunatamente
la velocità di 56 K è solo unidirezionale (e precisamente
in download) pertanto un collegamento ad Internet può essere definito
asimmetrico, consentendo di ricevere le informazioni trasmesse dal provider
alla velocità massima di 56 Kbit/s, mentre quando si trasmette verso
il provider, la trasmissione avviene alla velocità massima di 33,6
Kbit/s. In realtà questo è possibile solo perché il
canale di comunicazione non è propriamente del tutto analogico.
Infatti, non solo l'utente deve disporre di un modem 56 K, ma anche il
provider deve avere un modem particolare che permetta il trasferimento
dei bit tra linea telefonica e host direttamente in formato digitale, evitando
così la consueta conversione analogico/digitale. Con la tecnologia
ISDN il collegamento ad Internet è simmetrico, i 64 K sono disponibili
sia in downstream che in upstream.
Nelle specifiche di ISDN si legge chiaramente che la gestione dei dati
che circolano sui canali B è totalmente a carico dell'utente: egli
può quindi spedire tutto ciò che desidera e in un qualunque
formato decida di adottare. Per evitare la totale anarchia dei formati,
però, il CCITT ha stabilito un particolare tipo di collegamento
ISDN, denominato "teleservice", all'interno del quale sono definiti tutta
una serie di servizi che seguono i dettami del CCITT stesso: in questo
modo, due utenti che seguono questo standard possono comunicare fra loro.
Ovviamente, tranne casi eccezionali, tutti gli utenti utilizzano il "teleservice".
Vediamo in dettaglio quali sono i servizi attualmente definiti nelle
specifiche:
-
fonia normale - la trasmissione in fonia normale avviene secondo
le specifiche G.711, ovvero con campionamento a 8 KHz e quantizzazione
a 12 bit: i campioni sono poi compressi a 8 bit con una legge non lineare
e codificati secondo la A-law o la µ-law. La banda passante è
di 3.1 KHz e va dai 300 ai 3400 Hz e la trasmissione avviene in un singolo
canale B.
-
fonia ad alta qualità - la trasmissione in fonia ad alta
qualità si attiene alle specifiche G.722: in pratica si usa una
compressione adattiva in grado di portare i campioni dai 12 bit originari
a 4 bit, raddoppiando quindi la frequenza di campionamento che arriva a
16 KHz. In questo caso la banda passante è di 7 KHz, da 300 a 7300
Hz, ed occupa un singolo canale B.
-
musica - ovviamente, la musica può essere trasmessa con uno
dei metodi visti prima, ma la qualità del risultato non è
certamente esaltante. Nel caso si voglia trasmettere ad alta fedeltà
tramite ISDN, si ricorre alle specifiche ISO 11172, che parlano della codifica
e della decodifica audio all'interno dei filmati MPEG, comunemente chiamate
"Musicam" (Masking pattern Universal Sub-band Integrated Coding And Multiplexing).
La forza di questo standard è che la quantità di informazioni
necessarie può variare a seconda della qualità richiesta:
normalmente utilizzando 110 Kbit/s per canale si ottiene una qualità
indistinguibile da quella del CD audio (che richiede però 705.6
Kbit/s per canale), ma si ottengono buoni risultati anche rimanendo all'interno
di un singolo canale, ovvero a 64 Kbit/s.
-
foto - la trasmissione di foto a colori tramite ISDN avviene secondo
lo standard ISO JPEG: questo metodo consente di scegliere la qualità
ed il fattore di compressione, in modo da deciderne le più opportune
a seconda della situazione. Fattori di compressione dell'ordine di 0.1
bit/pixel possono essere raggiunti qualora si richieda all'immagine solamente
un facile riconoscimento del soggetto, mentre con una compressione di 2
bit/pixel si ottengono risultati ottimi, indistinguibili dall'originale.
RIFERIMENTI OSI DI ISDN
La parte che segue è un compendio tecnico agli argomenti precedenti
e si occupa di chiarire solo alcuni aspetti nelle modalità di comunicazione
all'interno di una rete ISDN, non è pertanto esaustiva ma solamente
introduttiva alla problematiche di trasmissione dei protocolli di rete.
Prima di addentrarci nel protocollo OSI relativo ad ISDN vale la pena fare
riferimento al modello OSI del' I.S.O.
per meglio comprendere come questo si raffronti alla specifiche trasmissive
di ISDN.
Il protocollo OSI è organizzato in sette strati e schematizza
quello che normalmente accade durante un processo di comunicazione via
cavo. I sette strati (layer) sono i seguenti:
-
strato 1, o strato fisico, che definisce le caratteristiche
del segnale che deve essere trasferito tramite il canale. In questo strato
sono definite caratteristiche quali l'ampiezza dell'impulso, la codifica
della linea, la velocità di trasmissione, il tipo di connettore
e quant'altro sia necessario alla trasmissione in maniera soddisfacente
di un segnale digitale;
-
strato 2, o strato di collegamento, che racchiude le istruzioni
per il raggruppamento delle informazioni binarie. Si occupa della rilevazione
e della correzione degli errori, racchiudendo i bit in frame. Attualmente
tutti i formati di questo strato derivano da uno standard conosciuto come
HDLC
(High-level Data Link Control);
-
strato 3, o strato di rete, che assicura il corretto indirizzamento
dei messaggi verso la destinazione appropriata, e che inoltre provvede
al meccanismo che assicura il controllo dei messaggi di conferma da parte
dei destinatari;
-
strato 4, o strato di trasporto, che collega i due terminali:
i dati possono essere trasferiti da un terminale all'altro utilizzando
vari formati degli strati 1, 2 e 3 (comunicazione tramite una LAN e ISDN),
ma i terminali debbono ricevere le informazioni con le velocità
appropriate;
-
strato 5, o strato di sessione, che definisce il modo in
cui gli applicativi ai due estremi del collegamento interagiscono fra loro,
incluso il metodo di chiamata, di coordinazione delle loro attività
durante la sessione di lavoro e di chiusura del collegamento;
-
strato 6, o strato di presentazione, che stabilisce i formati
usati da entrambi i terminali per rappresentare i dati ed i metodi per
la loro gestione;
-
strato 7, o strato dell'applicazione, che è in pratica
l'operazione da compiere, per il trasferimento di un documento o la consultazione
di un catalogo o di un orario.
Nell'ottica del protocollo OSI, la gestione del canale B è a carico
dell'utente per tutti i livelli dal 7 al 2, mentre il canale D viene gestito
dalla rete nei livelli 1, 2 e 3. Un modello di connessione ISDN dal punto
di vista del protocollo OSI prevede che l'utente che trasmette e riceve
informazioni deve gestire completamente il flusso di dati che arriva dal
canale B poichè la rete provvede solamente al trasporto di questi,
mentre la segnalazione sul canale D deve rispettare le specifiche di livello
2 (stabilite dalle Q.920 [ISDNQ920]) e di livello 3 (Q.930 [ISDNQ930]),
per cui l'utente interviene solamente sui livelli superiori. Non è
sempre possibile determinare in maniera esatta la fine di uno strato e
l'inizio di un altro: questi strati sono delle astrazioni che permettono
una semplificazione concettuale, ma che possono essere realizzati in variati
modi, non sempre in maniera distinta e ben definita. Va inoltre precisato
che i canali B a disposizione dell'utente sono fra loro indipendenti per
quanto riguarda il contenuto informativo, ma sono correlati fra loro temporalmente:
questo per consentire, qualora ve ne sia la necessità, di utilizzare
più canali B contemporaneamente, creando a tutti gli effetti una
connessione singola a velocità maggiore. Questo non è vero
per il canale D, che, a causa del protocollo implementato per la sua gestione,
è soggetto a slittamenti temporali rispetto ai canali B: per questo
motivo, il canale D può essere sfruttato solamente per comunicazioni
di tipo a pacchetto, come è già stato detto. La rete gestisce
solamente il primo strato del protocollo OSI per quanto riguarda il canale
B, ovvero si limita a trasportare le informazioni da un utente all'altro
senza intervenire su di esse: l'utente deve disporre di apparecchiature
in grado di identificare e gestire i vari protocolli in arrivo (fax, voce,
videocomunicazione, etc...), oppure di rifiutare la connessione.La descrizione
che segue riguarda i primi tre strati del modello OSI per la parte di rete
che si trova dopo la terminazione di rete presso l'utente di un accesso
base, e quindi limitatamente a due canali B ed un canale D.
Lo strato 1 (canali B e D). Nello strato 1 viene effettuato il
trasporto fisico delle informazioni: a livello elettrico abbiamo due coppie
di conduttori, una per la ricezione ed una per la trasmissione; una differenza
di potenziale di circa 3 V (indipendentemente dalla polarità) fra
i due conduttori indica un bit uguale a zero, mentre se non vi è
differenza di potenziale si ha un bit uguale a uno. Quando uno dei dispositivi
connessi decide di inviare informazioni, vi sono due possibilità:
o la rete è già attiva, oppure la rete è in condizione
di riposo. Nel primo caso il trasmettitore dovrà per prima cosa
prelevare dalla rete le informazioni necessarie per sincronizzarsi, mentre
nel secondo caso esiste una procedura che, tramite dei pattern di segnale
ben precisi, porta alla sincronizzazione. Una volta avvenuta la sincronizzazione,
le informazioni sono contenute in frame da 48 bit ciascuna e della
durata di 250 ms: in ciascuno di questi frame vi sono 2 byte per ogni canale
B e un nibble del canale D, più 12 bit che servono per la sincronizzazione
e la gestione del bilanciamento in continua. Nella tabella che segue è
riportata la struttura di un frame a 48 bit del primo livello OSI. I bit
senza indicazioni sono necessari per la sincronizzazione e per altre funzioni
di gestione.
Vediamo adesso la modalità di accesso al canale D: quando
un terminale deve trasmettere dei dati sul canale D, deve per prima cosa
assicurarsi che non vi sia nessun altro terminale che sta trasmettendo:
per far questo viene esaminato il bit di eco e, qualora vi sia un certo
numero di bit alti consecutivi, il terminale in questione può iniziare
la trasmissione poichè il canale D è libero (quando sul canale
D passano più di sei "1" consecutivi il canale è senz'altro
libero: questo fatto è conseguenza del protocollo HDLC di livello
2.). Può accadere che due terminali debbano trasmettere dei dati,
e che quindi entrambi inizino la trasmissione non appena il canale D risulta
libero: anche in questo caso il problema viene risolto tramite il bit di
eco. Infatti ogni terminale controlla questo bit anche durante la trasmissione,
e non appena si accorge che non coincide con quanto trasmesso, libera immediatamente
il canale.
Lo strato 2 - Canale D. La funzione dello strato 2 è quella
di consentire il passaggio di informazioni dallo strato 3 allo strato 1,
in sequenza e con un controllo di errore in grado di rivelare eventuali
problemi di trasmissione. Il fornitore del servizio stabilisce le specifiche
solamente per il canale D, mentre per il canale B viene lasciata libertà
di agire come meglio si crede (nel caso di un normale collegamento in fonia
i dati del canale B arrivano fino al convertitore D/A senza nessuna correzione
d'errore): tali specifiche vengono comunemente indicate con la sigla LAP-D
(Link Access Procedure for a D Channel). Al livello dello strato 2 le informazioni
sono raggruppate in frame, gruppi di byte strutturati e di lunghezza
variabile. In tale struttura trovano posto i byte di controllo e i byte
di dati, questi ultimi presenti solo durante lo scambio di informazioni
da e verso il livello 3. Per poter riconoscere immediatamente il flag di
apertura o chiusura di un frame (ovvero la sequenza di bit 01111110) o
la condizione di idle del canale (una sequenza ininterrotta di bit 1) da
eventuali trasmissioni di dati, durante la trasmissione effettiva di dati
non vengono mai spediti più di cinque bit consecutivi posti a 1:
nel caso si debba trasmettere un dato che contenga tale sequenza, il trasmettitore
inserisce automaticamente un bit 0 dopo il quinto bit 1; l'operazione inversa
sarà fatta dal ricevitore, che andrà a togliere il bit 0
dopo cinque bit 1 consecutivi: se i bit 1 consecutivi sono più di
cinque, il ricevitore è immediatamente in grado di stabilire il
verificarsi di una delle due condizioni viste prima. I frame del livello
2 contengono il SAPI (Service Access Point Identifier) ed il TEI (TErminal
access point Identifier), nonchè un bit (C/R) che identifica il
messaggio come comando o come risposta. L'ultimo bit di ciascun byte è
il bit di estensione che, se posto a 0, indica che il messaggio prosegue
sul prossimo byte.
Il SAPI permette di definire 64 diversi tipi di accesso, anche se attualmente
i valori utilizzati sono solamente i seguenti (i valori liberi sono riservati
per usi nazionali e per future standardizzazioni):
-
0: indica un frame per la procedura di controllo di chiamata;
-
16: indica un frame per la procedura di comunicazione a pacchetto;
-
63: indica un frame di gestione.
Il TEI consente di indirizzare il messaggio ad un terminale in particolare,
ed è in grado di assumere 128 valori diversi; tali valori sono così
divisi:
-
da 0 a 63 sono terminali con assegnazione non automatica da parte del NT;
-
da 64 a 126 sono terminali con assegnazione automatica da parte del NT;
-
127 indica un frame diretto a tutti i terminali.
Dopo questi due byte vi sono uno o due byte di controllo che determinano
il formato del resto del frame: i formati stabiliti sono tre e sono indicati
dalle lettere seguenti:
-
I : (information transfer).
-
S: (supervisory transfer).
-
U: (unnumbered information).
I frame di tipo U hanno un solo byte di controllo e non contengono
nessuna informazione riguardante la sequenza di trasmissione, mentre i
frame
di formato I ed U hanno uno o due byte di controllo a seconda del tipo
di numerazione scelto per le sequenze (modulo 8 o modulo 128) e recano
proprio in questi byte un numero progressivo che ne permette l'ordinamento.
I formati S ed U sono usati dalle procedure stabilite nel livello 2, pertanto
sono questi frame che si occupano di assegnare o rimuovere un particolare
TEI, rifiutare un frame, dichiarare la disponibilità del ricevitore
a processare nuovi frame e così via; i frame di tipo I contengono
invece al loro interno le informazioni provenienti dal livello 3. Alla
fine del frame, prima del flag di chiusura, vi sono due byte che
contengono il FCS (Frame Check Sequence): usando questi due byte è
possibile stabilire se il frame è corretto. Lo strato
3 - Canale D.Anche in questo caso le specifiche riguardano solamente
il canale D, mentre per il canale B viene lasciata completa libertà.
Questo strato è responsabile dell'inizio e del mantenimento di una
connessione; le informazioni di questo strato sono trasportate tramite
i frame di tipo I dello strato 2. Vediamo più in dettaglio
il significato dei byte sopra descritti:
-
Discriminatore di protocollo (protocol discriminator): consente
di stabilire il tipo di protocollo della chiamata; ad esempio il codice
8 (1000 in binario), identifica una chiamata secondo lo standard Q.931
[ISDNQ931], ma esiste la possibilità di utilizzare altri protocolli.
-
Codice di riferimento (call reference value): si trova dal terzo
byte in poi e la sua lunghezza in byte è indicata nel byte precedente;
è un valore che serve per distinguere le varie chiamate in corso
da parte del terminale: si pensi alla possibilità di iniziare due
connessioni e quindi alla necessità di gestirle separatamente.
-
Tipo di messaggio (type of message): definisce quale messaggio sta
transitando sulla rete: Sono attualmente definiti 25 tipi di messaggio
suddivisi in quattro categorie di messaggi (Call establishment, Call information
phase, Call clearing, Miscellaneous).
-
Altre Informazioni: a seconda del tipo di messaggio possono essere
presenti o meno tutta una serie di elementi informativi (Information Elements),
la cui struttura generale è definita nell'approfondimento di questa
parte.
LA SEGNALAZIONE DI RETE ISDN
La segnalazione di rete adotta un modello che è simile
a quello ISO-OSI (ma non identico) e che è stato standardizzato
secondo la Raccomandazione CCITT Q.700 ed è chiamato sistema
di segnalazione N. 7 (SS7). Lo strato 3 della segnalazione ISDN tra
utente e terminazione di rete (segnalazione di utente) viene trasportato
attraverso la rete dal sistema SS7 e riconvertito all'altra estremità.
Il sistema SS7 ha una architettura a strati, simile a OSI, ma semplificata
in soli 4 livelli, dei quali i primi tre sono detti "Message Transfer Part"
(MTP) e il quarto è detto "User Part". Vediamo in dettaglio i 4
strati:
-
Fisico: Preposto alla trasmissione bit a bit nel mezzo trasmissivo
(come il pari livello OSI).
-
Collegamento: Riguarda tutte quelle funzioni necessarie a garantire
che tutti i frame inviati siano ricevuti correttamente (come il
pari livello OSI).
-
Rete: Garantisce il trasferimento dei dati secondo una tecnica di
tipo datagramma, quindi non orientato alla connessione (connection less).
In questo livello vengono implementate le funzioni di gestione dei messaggi,
istradamento e riconoscimento, gestione della rete cioè tutte le
funzioni necessarie a riconfigurare la rete in caso di guasti o congestione,
ecc... (non è perfetta la analogia con il pari livello OSI).
-
User Part: Sede di tutte le applicazioni che usano i livelli sottostanti
per mettere in atto un servizio tra quelli previsti dalla rete, trasmissione
di fonia o di dati, ecc... Le funzionalità di ISDN si trovano dentro
questo livello il quale è implementato solo su base mittente-destinatario
(end-to-end), mentre gli altri livelli sono attivi in tutti i nodi della
rete. Questo livello contiene un sottolivello chiamato SCCP che
serve, quando richiesto, a completare le funzionalità del livello
3 al fine di supportare anche servizi orientati alla connessione (connection
oriented).
Un esempio di chiamata ISDN. Per eseguire una chiamata, l'utente
deve spedire tutte le informazioni necessarie alla rete (il numero chiamato
e gli eventuali servizi richiesti); inoltre dovrà fornire le funzioni
richieste al terminale chiamato, per accertare la compatibilità
fra i due utenti (possono essere specificate caratteristiche di basso livello,
come la velocità di trasmissione, e caratteristiche di alto livello,
come la presenza di FAX, video, etc...). Una volta inviate le informazioni
sufficienti, la rete invita l'utente a procedere con un messaggio apposito,
mentre viene inviato all'utente chiamato un messaggio di setup: tale messaggio
viene ricevuto da tutti i terminali (TE) connessi. A questo punto, i terminali
dell'utente chiamato agiranno di conseguenza, ci potrebbe essere l'emissione
di un segnale acustico o l'accensione di una stampante: durante la segnalazione
della chiamata in arrivo, i terminali rinviano alla rete un messaggio appropriato.
Una volta che ciascun terminale è stato attivato, invia un segnale
di connessione sulla rete e attende la conferma o meno della avvenuta connessione
con il chiamante, per cui la rete risponderà a quel terminale e
al terminale chiamante con segnale di connessione avvenuta, mentre sarà
inviato a tutti gli altri terminali che avevano risposto alla chiamata
un messaggio che li riporti in condizione di attesa. Da questo momento
in poi inizia la comunicazione fra i due terminali (ed inizia anche il
conteggio della tariffa da parte del gestore che fornisce il servizio),
che può essere interrotta tramite la richiesta di sconnessione da
parte dell'utente verso la rete. Oltre alla conclusione, esiste anche la
possibilità di sospendere una connessione, per spostare il terminale
da una stanza all'altra o per inserire funzioni di attesa, in questo caso,
basta inviare un segnale di sospensione ed attendere la conferma dalla
centrale; quest'ultima attenderà finché non venga inviato
un segnale di fine sospensione, e da questo punto in poi la comunicazione
potrà riprendere. Per farsi un'idea delle informazioni necessarie
per stabilire un collegamento, si veda nella tabella sottostante il contenuto
di un frame di SETUP che un TE deve inviare alla NT per stabilire una chiamata
interurbana a voce al numero 4796382 del distretto di Firenze; il numero
in questione viene inviato secondo la normale codifica ASCII. Si noti che
la tabella riporta solamente le informazioni di livello 3, per inviare
il messaggio occorrono anche le informazioni di livello 2 (flag di inizio
e fine frame, TEI, SAPI e CRC). I dettagli della codifica di questi messaggi
si trovano nelle specifiche Q.931 [ISDNQ931] della ITU-T.
CONCLUSIONI
L'impiego sempre più diffuso di mezzi di comunicazione
digitali e la capillarità con cui essi sono distribuiti ha posto
sin dagli albori la problematica relativa al "mezzo di trasporto" da adottare
per soddisfare la più importante regola della moderna telematica:
la diffusione estesa. Il complesso delle tecniche, delle metodologie, delle
applicazioni devono necessariamente tendere al raggiungimento e alla soddisfazione
della maggior parte della popolazione. Non è plausibile parlare
di vero progresso se questo non è condivisibile da una quantità
sempre crescente di uomini, paesi e continenti. L'obiettivo della telematica
è quello di "avvicinare", rendendo possibile comunicare attraverso
il trasferimento di informazioni tra due o più entità di
un sistema posto in località diverse e anche molto distanti fra
loro. Per rendere possibile tutto ciò è stato necessario
disporre di un mezzo esteso capillarmente, che consentisse di collegare
tra loro utenti ubicati in qualsiasi luogo. A questo scopo è stato
utilizzato il mezzo più diffuso disponibile: la rete telefonica,
che, oltre ad essere estesa su tutto il territorio di una nazione, rispetta
quelle normative internazionali che rendono possibile il collegamento tra
due punti qualsiasi del mondo. In questo contesto ISDN si pone ancora come
la tecnologia eletta, potendo sfruttare la rete telefonica generale senza
dover strutturare reti alternative, dal costo gravoso e dalla irrimediabile
diffusione limitata a livello locale. Si può affermare che ISDN
si è proposto, e ancora è, come mezzo telematico di ottima
qualità e a buon mercato. Relativamente alla sua diffusione si può
affermare che la penetrazione sul mercato nazionale italiano ha raggiunto
livelli entusiasmanti, anche se non ancora capillari, e che per ancora
un po' di tempo, magari spostandosi dall'ambito aziendale a quello domestico,
resterà il mezzo più economico per entrare in internet e
scambiare dati. L'avvento delle nuove tecnologie xDSL (ADSL-HDSL), caratterizzate
da velocità molto elevate, ha aperto nuove possibilità, ma
le problematiche relative alla loro diffusione, limitata alle aree urbane,
e al costo relativamente alto per giustificarne un uso non massivo, le
ha relegate, per ora, in un conteso aziendale di nicchia. C'è un'altra
cosa che depone a favore di ISDN, la sicurezza intrinseca nella trasmissione
dei pacchetti IP. A differenza di ADSL, i datagrammi IP su tecnologia ISDN
viaggiano a commutazione di pacchetto, recando l'indirizzo di destinazione,
in tecnologia ADSL questi viaggiano a commutazione di cella, privi di indirizzo
IP. Ciò significa che se una cella non arriva a destinazione tutta
la trasmissione viene scartata e bisogna ricominciare da zero.
E' presumibile che la tecnologia ISDN abbia vita ancora lunga,
data la sua completa integrazione con la rete generale, come mezzo per
diffondere la voce e che nemmeno tecnologie come xDSL o SDH saranno in
grado di soppiantare ancora per qualche tempo.
Ottobre 2000 J.M.
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